ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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L'oasi di Magnisi

 

pagine a cura di Paolo Mangiafico

(in collaborazione con l'Ufficio P.R. editoriale)

Il sindaco Massimo Toppi

La penisola di Magnisi diventerà parco naturale ed archeologico. Una richiesta in tal senso è stata inoltrata dal sindaco di Priolo Massimo Toppi (nella foto) ai competenti assessorati regionali, mentre i vari interventi saranno finanziati con i fondi che l'assessore regionale all'Industria Marina Noè ha messo a disposizione dei Comuni, sede di impianti di raffinazione e stoccaggio di prodotti petroliferi. Infatti, la relativa legge di finanziamento, pubblicata sulla Gazzetta Regionale del 7/6/2002, pone come condizione essenziale per il sostegno finanziario “interventi per la bonifica e la riqualificazione dei siti industriali obsoleti e dismessi”.
Proprio sull'istmo di Magnisi, chissà come si era riusciti ad ottenere l'autorizzazione, era stata realizzata la Es.Pe.Si. (Estrazioni Petrolchiche Siciliane) per produrre bromuro di etilene e bromo dall'acqua di mare. Ora, questo stabilimento è ridotto ad un rudere, per cui tutta la zona dovrà essere riqualificata. “Da tempo - afferma il sindaco di Priolo Massimo Toppi - la penisola di Magnisi aspetta una riqualificazione e, quindi, un suo inserimento tra i Parchi naturali ed archeologici. Infatti, occorre considerare che fu proprio in questo luogo dove si registrò il primo insediamento dell'uomo nella zona della Sicilia sud-orientale. È qui che avvenne il contatto tra i Siculi, che a lungo l'abitarono, e la Civiltà Micenea”. A confermare che alla penisola di Magnisi spetta l'inserimento tra i parchi naturalistici siciliani c'è la considerazione che nella Sicilia sono due i punti strategici che furono scelti dai mercanti fenici: l'isola di Mozia, ad occidente, e la penisola di Magnisi, ad oriente. Però, mentre l'isola di Mozia, oggi, rappresenta un preciso punto di riferimento archeologico, con tanto di museo, la penisola di Magnisi presenta tutto il suo degrado di una industrializzazione selvaggia, che di certo non l'ha risparmiata. Infatti, la penisola di Magnisi non ha avuto mai riservate le attenzioni che invece ha avuto l'isola di Mozia, per cui è opportuno che la Regione siciliana accolga favorevolmente la richiesta avanzata dal sindaco Toppi, istituendo a Magnisi un Parco archeologico e naturale. "È ovvio - dice sempre il sindaco di Priolo - che non avrebbbe senso istituire un Parco a Magnisi nelle condizioni in cui si trova. Quindi, ho già avanzata al ministero dell'Ambiente la richiesta di dare priorità assoluta al progetto di bonifica di questa zona, in modo che si possano rimuovere tutti i danni ambientali che hanno interessato questo suggestivo e particolarissimo luogo".

Il progetto di bonifica, che già ha avuto l'ok dal ministero dell'Ambiente, è stato inoltrato per il relativo finanziamento all'assessorato regionale all'Industria, servizio II - Risorse minerarie ed energetiche. Questo progetto stabilisce interventi di bonifica in tutta la penisola di Magnisi, lunga 2.300 metri e larga 800 metri. Tra questi interventi c'è la rimozione di ciò che rimane delle strutture dell'Es.Pe.Si., mentre per la bonifica si dovrà richiedere l'autorizzazione alla magistratura che un anno fa ha posto sotto sequestro giudiziario una zona per la presenza di una discarica abusiva di pirite di ferro, un rifiuto prodotto da Agrimont nel ciclo produttivo di fertilizzanti chimici.
Il progetto di riqualificazione della penisola di Magnisi prevede anche la delocalizzazione del pontile Somicem per recuperare, in pieno, tutta la zona, isolandola da ogni vincolo industriale. Con questo progetto, una volta attuato, verrà riconsegnato all'Umanità un patrimonio di grande interesse archeologico e naturalistico, come il luogo dove doveva sorgere la mitica città di Thapsos, o l'"Arco delle Sirene", che invece si trova nella zona nord della penisola, nonché tutte le bellezze naturali che si trovano nella zona est e che farebbero la felicità dei visitatori, che proverebbero emozioni uniche.

 

IL PROGETTO"ARCHIMEDE"

 

Scorcio del centro di Priolo

Enel ed Enea, insieme per l’energia solare, scelgono il territorio di Priolo per attuare il progetto “Archimede”, la prima applicazione a livello mondiale di integrazione tra il ciclo combinato a gas e un impianto solare termodinamico, basato su una tecnologia fortemente innovativa elaborata dall’Enea. La centrale Enel di Priolo, sarà la sede della sperimentazione. Il grande impianto solare, che sorgerà in un’area adiacente di proprietà dell’Enel, incrementerà la potenza della centrale di circa 20 MW e consentirà di produrre energia elettrica aggiuntiva di fonte solare capace di soddisfare il fabbisogno di una città di 20.000 abitanti, con un risparmio di 12.000 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno, con minore emissione di anidride carbonica per 40.000 tonnellate all’anno. Il futuro energetico del terzo millennio, quindi, inizia a Priolo con “Archimede” che utilizzerà una tecnologia ad alto rendimento per produrre energia elettrica dal sole sempre, anche di notte e quando il cielo è coperto, grazie ad una miscela di sali in grado di conservare a lungo il calore raccolto durante il giorno. Enea, infatti, ha messo a punto un nuovo sistema grazie al quale la luce diretta del sole viene concentrata con un sistema di specchi parabolici e accumulata, ed attarverso le proprietà di un nuovo fluido a base di sali, sarà possibile rendere disponibile calore ad alta temperatura, fino a 550 gradi centigradi in ogni momento della giornata. L’energia termica, così raccolta, servirà a produrre vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell’adiacente impianto a ciclo combinato della centrale Enel, incrementerà la produzione di energia elettrica della centrale, riducendo la necessità di consumare combustibili fossili e migliorando le prestazioni ambientali. Il campo solare sarà costituito da 360 specchi parabolici per una superfice totale attiva di circa 200.000 metri quadrati. L’investimento complessivo per la realizzazione del progetto che sarà ultimato entro il 2008, è di circa 50 milioni di euro. Con questa nuova tecnologia solare termodinamica, come ha evidenziato Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica e presidente dell’Enea, si apre una nuova via, che introduce sostanziali innovazioni rispetto alle energie rinnovabili convenzionali, quali il fotovoltaico, l’eolico e la biomassa. Questo sistema, attraverso l’introduzione di uno specchio concentratore, aumenta la densità di energia solare di un fattore pari a 100. È quindi possibile raggiungere temperature molto elevate, del tutto analoghe a quelle prodotte da impianti a combustibili fossili. Il calore ad alta temperatura, inoltre, è accumulato in un contenitore di dimensioni tali da permettere di produrre energia in funzione della domanda, evitando la discontinuità tipica delle energie rinnovabili. La produzione di grandi quantità di energia pulita, continuamente disponibile e a costi confrontabili con quella dei fossili, rappresenta un reale salto tecnologico che permetterà, se utlizzata in scala adeguata, di contribuire in modo determinante ad una maggiore indipendenza energetica e alla riduzione dei gas serra, in particolare per le aree ad alta insolazione, come le regioni del Sud del nostro Paese.

 

<< PROPONI PRIOLO >>

 

La sede del Ce.Ri.C.A.

“Questo è un momento significativo di sviluppo del territorio, con il Comune di Priolo, che insieme a quelli di Melilli ed Augusta ha formato il Consorzio universitario “Megara Iblea”, in collaborazione con l'Università di Messina ed altri soci privati”. L’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Rosario Pulvirenti, tiene a sottolineare gli sforzi che sta facendo l’amministrazione comunale, il suo assessorato in particolare, per offrire servizi ai cittadini e, soprattutto, agli studenti che potranno frequentare dei corsi universitari a Priolo, nella struttura del Cerica (centro ricerche ambientali).
Il prossimo anno, il Consorzio universitario “Megara Iblea” offrirà agli studenti del luogo la possibilità di potere frequentare i corsi della Facoltà di Medicina. Inoltre, è sempre attuale il progetto “Proponi Priolo”, che era stato redatto dal centro servizi Api (Associazione piccoli industriali). Il progetto, che tratta uno studio di fattibilità per lo sviluppo di un Piano di Marketing territoriale, si propone di fare uscire fuori dall’ombra delle ciminiere Priolo, in quanto sono state individuate delle linee guida che consentiranno di avviare un processo di valorizzazione del territorio, finalizzato all’attrazione degli investimenti esterni. “Proponi Priolo” è un progetto-pilota che rilancia un nuovo modello di sviluppo in un Comune che è stato sempre a diretto contatto con l’industria pesante. Ed in questo contesto di sviluppo è inserito il progetto Pip (Piano insediamento produttivo) che rappresenta un segnale concreto ed importante di inversione di marcia rispetto al passato. Questo è il primo passo verso una ripresa di investimenti industriali e produttivi nel territorio locale.
Una simile dotazione, infatti, costituisce una straordinaria opportunità per lo sviluppo di un sistema diffuso di piccole e medie industrie, anche se la realizzazione fisica delle infrastrutture deve, oggi, accompagnarsi ad un’attività di informazione e di promozione. Le zone destinate ad insediamenti produttivi saranno disponibili in tempi assai brevi a seguito di processi di riorganizzazione tecnologica e produttiva. Il progetto Pip, quindi, rappresenta per Priolo un’occasione da non lasciarsi sfuggire e fare diventare attuali quelle potenzialità di queste tipologie d’imprese. Infatti, con il Pip si lancia una politica di organizzazione intenzionale dell’offerta di un territorio con le sue strutture, i vantaggi e gli incentivi economici, l’ospitalità, la permeabilità sociale, la stabilità istituzionale, con l’obiettivo di attrarre investimenti e sostenere lo sviluppo locale. Il Comune, inteso come istituzione, quindi, si spoglia da certi ruoli recitati fino ad ora e si affaccia in un nuovo scenario, diventando animatore del territorio, come agente di marketing e manager di sviluppo. Il Pip, per la particolare posizione strategica dove è ubicato il Comune di Priolo, può portare alla riuscita della scommessa in cui si misureranno gli imprenditori e le forze produttive. Si esce, pertanto, dall’approssimazione e si segue l’esempio del Triveneto, il cui modello produttivo si potrà sviluppare anche a Priolo in un contesto organizzato.
A tal proposito, l’amministrazione comunale ha posto in essere strumenti di agevolazione fiscale e tributaria al fine di sostenere quelle iniziative imprenditoriali capaci di dare una ricaduta occupazionale significativa ed un impatto ambientale minimo. Quello che bisogna fare sorgere deve, infatti, essere produttivo e compatibile con una vivibilità standard elevata. Si va, secondo gli obiettivi dell’amministrazione comunale del sindaco Toppi, verso un “prodotto Priolo”, che comprenderà tutta una serie di manufatti che, prodotti in loco, siano sinonimo di benessere, non solo per chi li produce, ma anche di qualità e successo per chi li acquista. Inoltre, a quest’area produttiva, si aggiungerà un’area commerciale e di servizi che possa chiudere l’intera filiera. Il Pip, quindi, sarà una valida alternativa alla grande industria, ed inoltre la piccola e media impresa potrà sfruttare le materie prime e i semilavorati prodotti dalla stessa industria petrolchimica di Priolo.


IL PROGETTO"ARCHIMEDE"

 

Enel ed Enea, insieme per l’energia solare, scelgono il territorio di Priolo per attuare il progetto “Archimede”, la prima applicazione a livello mondiale di integrazione tra il ciclo combinato a gas e un impianto solare termodinamico, basato su una tecnologia fortemente innovativa elaborata dall’Enea. La centrale Enel di Priolo, sarà la sede della sperimentazione. Il grande impianto solare, che sorgerà in un’area adiacente di proprietà dell’Enel, incrementerà la potenza della centrale di circa 20 MW e consentirà di produrre energia elettrica aggiuntiva di fonte solare capace di soddisfare il fabbisogno di una città di 20.000 abitanti, con un risparmio di 12.000 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno, con minore emissione di anidride carbonica per 40.000 tonnellate all’anno. Il futuro energetico del terzo millennio, quindi, inizia a Priolo con “Archimede” che utilizzerà una tecnologia ad alto rendimento per produrre energia elettrica dal sole sempre, anche di notte e quando il cielo è coperto, grazie ad una miscela di sali in grado di conservare a lungo il calore raccolto durante il giorno. Enea, infatti, ha messo a punto un nuovo sistema grazie al quale la luce diretta del sole viene concentrata con un sistema di specchi parabolici e accumulata, ed attarverso le proprietà di un nuovo fluido a base di sali, sarà possibile rendere disponibile calore ad alta temperatura, fino a 550 gradi centigradi in ogni momento della giornata. L’energia termica, così raccolta, servirà a produrre vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell’adiacente impianto a ciclo combinato della centrale Enel, incrementerà la produzione di energia elettrica della centrale, riducendo la necessità di consumare combustibili fossili e migliorando le prestazioni ambientali. Il campo solare sarà costituito da 360 specchi parabolici per una superfice totale attiva di circa 200.000 metri quadrati. L’investimento complessivo per la realizzazione del progetto che sarà ultimato entro il 2008, è di circa 50 milioni di euro. Con questa nuova tecnologia solare termodinamica, come ha evidenziato Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica e presidente dell’Enea, si apre una nuova via, che introduce sostanziali innovazioni rispetto alle energie rinnovabili convenzionali, quali il fotovoltaico, l’eolico e la biomassa. Questo sistema, attraverso l’introduzione di uno specchio concentratore, aumenta la densità di energia solare di un fattore pari a 100. È quindi possibile raggiungere temperature molto elevate, del tutto analoghe a quelle prodotte da impianti a combustibili fossili. Il calore ad alta temperatura, inoltre, è accumulato in un contenitore di dimensioni tali da permettere di produrre energia in funzione della domanda, evitando la discontinuità tipica delle energie rinnovabili. La produzione di grandi quantità di energia pulita, continuamente disponibile e a costi confrontabili con quella dei fossili, rappresenta un reale salto tecnologico che permetterà, se utlizzata in scala adeguata, di contribuire in modo determinante ad una maggiore indipendenza energetica e alla riduzione dei gas serra, in particolare per le aree ad alta insolazione, come le regioni del Sud del nostro Paese.

<< PROPONI PRIOLO >>

 

Sede del Ce.Ri.Ca.

“Questo è un momento significativo di sviluppo del territorio, con il Comune di Priolo, che insieme a quelli di Melilli ed Augusta ha formato il Consorzio universitario “Megara Iblea”, in collaborazione con l'Università di Messina ed altri soci privati”. L’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Rosario Pulvirenti, tiene a sottolineare gli sforzi che sta facendo l’amministrazione comunale, il suo assessorato in particolare, per offrire servizi ai cittadini e, soprattutto, agli studenti che potranno frequentare dei corsi universitari a Priolo, nella struttura del Cerica (centro ricerche ambientali).
Il prossimo anno, il Consorzio universitario “Megara Iblea” offrirà agli studenti del luogo la possibilità di potere frequentare i corsi della Facoltà di Medicina. Inoltre, è sempre attuale il progetto “Proponi Priolo”, che era stato redatto dal centro servizi Api (Associazione piccoli industriali). Il progetto, che tratta uno studio di fattibilità per lo sviluppo di un Piano di Marketing territoriale, si propone di fare uscire fuori dall’ombra delle ciminiere Priolo, in quanto sono state individuate delle linee guida che consentiranno di avviare un processo di valorizzazione del territorio, finalizzato all’attrazione degli investimenti esterni. “Proponi Priolo” è un progetto-pilota che rilancia un nuovo modello di sviluppo in un Comune che è stato sempre a diretto contatto con l’industria pesante. Ed in questo contesto di sviluppo è inserito il progetto Pip (Piano insediamento produttivo) che rappresenta un segnale concreto ed importante di inversione di marcia rispetto al passato. Questo è il primo passo verso una ripresa di investimenti industriali e produttivi nel territorio locale.
Una simile dotazione, infatti, costituisce una straordinaria opportunità per lo sviluppo di un sistema diffuso di piccole e medie industrie, anche se la realizzazione fisica delle infrastrutture deve, oggi, accompagnarsi ad un’attività di informazione e di promozione. Le zone destinate ad insediamenti produttivi saranno disponibili in tempi assai brevi a seguito di processi di riorganizzazione tecnologica e produttiva. Il progetto Pip, quindi, rappresenta per Priolo un’occasione da non lasciarsi sfuggire e fare diventare attuali quelle potenzialità di queste tipologie d’imprese. Infatti, con il Pip si lancia una politica di organizzazione intenzionale dell’offerta di un territorio con le sue strutture, i vantaggi e gli incentivi economici, l’ospitalità, la permeabilità sociale, la stabilità istituzionale, con l’obiettivo di attrarre investimenti e sostenere lo sviluppo locale. Il Comune, inteso come istituzione, quindi, si spoglia da certi ruoli recitati fino ad ora e si affaccia in un nuovo scenario, diventando animatore del territorio, come agente di marketing e manager di sviluppo. Il Pip, per la particolare posizione strategica dove è ubicato il Comune di Priolo, può portare alla riuscita della scommessa in cui si misureranno gli imprenditori e le forze produttive. Si esce, pertanto, dall’approssimazione e si segue l’esempio del Triveneto, il cui modello produttivo si potrà sviluppare anche a Priolo in un contesto organizzato.
A tal proposito, l’amministrazione comunale ha posto in essere strumenti di agevolazione fiscale e tributaria al fine di sostenere quelle iniziative imprenditoriali capaci di dare una ricaduta occupazionale significativa ed un impatto ambientale minimo. Quello che bisogna fare sorgere deve, infatti, essere produttivo e compatibile con una vivibilità standard elevata. Si va, secondo gli obiettivi dell’amministrazione comunale del sindaco Toppi, verso un “prodotto Priolo”, che comprenderà tutta una serie di manufatti che, prodotti in loco, siano sinonimo di benessere, non solo per chi li produce, ma anche di qualità e successo per chi li acquista. Inoltre, a quest’area produttiva, si aggiungerà un’area commerciale e di servizi che possa chiudere l’intera filiera. Il Pip, quindi, sarà una valida alternativa alla grande industria, ed inoltre la piccola e media impresa potrà sfruttare le materie prime e i semilavorati prodotti dalla stessa industria petrolchimica di Priolo.