ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Itinerario artistico

 

pagine a cura di Mariano Messineo

(in collaborazione con l'Ufficio P.R. editoriale)

Il sindaco Franco Pignataro

“Caltagirone punta molto sul turismo e la strada imboccata in questi anni ha consentito di raggiungere importanti risultati, come stanno a testimoniare il “Rinascimento” del centro storico e il fiorire di una serie di attività artigianali e di quelle legate alla ristorazione e all’accoglienza dei visitatori. Adesso siamo impegnati a compiere l’ulteriore salto di qualità, per far sì che il turismo da escursionistico diventi sempre più stanziale, determinando ricadute economiche positive ancora maggiori”. Franco Pignataro (nella foto), sindaco di Caltagirone, indica proprio nel turismo uno dei principali settori su cui l’Amministrazione comunale sta profondendo maggiore impegno e risorse. “La nostra - spiega - è una bella città, che per di più, oltre a quelle tradizionali e di sicuro effetto come la ceramica e le bellezze monumentali ed ambientali, sta adesso giocandosi una carta assai importante: quella che le deriva dall’essere Patrimonio mondiale dell’umanità”. Caltagirone è, infatti, uno degli otto centri del Val di Noto che hanno ricevuto l’ambito riconoscimento dell’Unesco. In particolare, il centro storico della “città della ceramica” vi è stato inserito per intero, in quanto inteso come esempio unico di continuità tra passato e presente. “Questo risultato - sottolinea Pignataro - può sicuramente agevolare l’ulteriore decollo del turismo nella nostra città, in quanto ci permette non soltanto di acquisire visibilità internazionale, ma anche di usufruire di un canale preferenziale per una serie di rilevanti finanziamenti comunitari”.
Il tessuto urbano del centro storico di Caltagirone è emblematico del fenomeno di continuità che può leggersi, a dispetto dei sismi, in alcuni centri del Val di Noto. Infatti, nonostante vi sia stato il catastrofico terremoto del 1693, l’impianto medievale rimasto intatto funge da supporto a quello secentesco, che con la “crux viarum” vede un singolare innestarsi tra la Scala di Santa Maria del Monte e le vie Luigi Sturzo e Vittorio Emanuele e viene poi esaltato dalla veste barocca. A raccontare questa straordinaria continuità sono anche edifici come il Teatrino del Bonaiuto, il Tondo Vecchio, la Chiesa del Gesù, le mensole dei balconi di alcuni edifici privati, primi fra tutti il palazzo Gravina, l’interno della Chiesa di San Bonaventura ed altri ancora.

Veduta di Caltagirone

Quali, allora, i percorsi da seguire per far sì che Caltagirone tragga dall’ingresso nella Lista mondiale dell’Unesco un’opportunità formidabile per recuperare e valorizzare al meglio il suo patrimonio? “Tra gli obiettivi più immediati - afferma il primo cittadino - c’è la creazione di itinerari tematici e misti, che siano frutto di una forte sinergia tra pubblico e privato. Penso soprattutto ad un itinerario urbano sulla produzione delle ceramiche (a questo proposito l’Amministrazione si sta dando da fare per dare concreta attuazione al Doc della ceramica), ad uno extraurbano sul ciclo di lavorazione della ceramica a partire dalle cave, dalla vecchia fabbrica e dai musei, ma anche a percorsi enogastronomici. Non va neppure dimenticata la possibilità di rivalutare alcune aree del centro storico, come l’itinerario ebraico, e di far rifiorire l’antica funzione di collegamento del Ponte di San Francesco tra città antica e nuova. Siamo impegnati, insieme agli altri enti, a fare del Distretto del Sud-Est, felice intuizione dell’assessore regionale ai Beni culturali Fabio Granata, un soggetto di impresa economica, mettendo insieme le diverse realtà che operano in questo territorio ed il loro patrimonio di conoscenze e competenze. Una “rete”, quindi, per accrescere e qualificare l’offerta turistica. Il Val di Noto può e deve diventare un modello di aggregazione territoriale a geometria variabile, in cui Caltagirone non cessi, ovviamente, per alcune tematiche di carattere comprensoriale, di essere innanzitutto un centro del Calatino - Sud Simeto, ma si arricchisca e abbia altre e diverse opportunità grazie all’ingresso in questo nuovo circuito”.

L'assessore comunale al turismo
e vicesindaco Alessandra Foti

Il direttore dei Musei civici Domenico Amoroso indica nei percorsi dei giardini e delle ville storiche, negli archivi musicali barocchi e nella creazione di una rete fra le varie realtà museali alcune delle proposte concrete per valorizzare appieno il ruolo della “città della ceramica” nel Val di Noto.
L’assessore comunale al Turismo e vicesindaco, Alessandra Foti, concorda e rilancia: “Insieme agli altri Comuni, alle tre Province e Soprintendenze abbiamo già avviato un’attività di promozione anche all’estero, che si avvale della collaborazione della Regione. Sono in cantiere una “carta dei servizi” sia per i residenti che i per i turisti, e strumenti informativi non solo per i visitatori ma per gli stessi abitanti degli 8 centri che hanno ricevuto il riconoscimento Unesco e degli altri Comuni vicini. La strada della valorizzazione delle ville storiche è stata imboccata (vedi Villa Patti) e già quest’anno abbiamo organizzato un master in musica barocca. Ma - conclude la Foti - puntiamo pure a potenziare gli aspetti enogastronomici con la valorizzazione delle cosiddette strade dell’olio e del vino”.

 

CERAMICA DECOP

 

I l presidente del consiglio
comunale Franco Pace

Oltre al Doc, adesso c’è anche il Decop, la Denominazione comunale di provenienza che serve a tutelare il “made in Caltagirone” delle pregiate produzioni dei suoi artigiani.
“Si tratta di un marchio che - sottolinea il vicesindaco Foti - permette di salvaguardare l’origine della ceramica nostrana, evitando i deplorevoli episodi di appropriazione indebita che si verificano a discapito delle produzioni di Caltagirone. Se, quindi, da una parte il Doc serve a valorizzare la ceramica artistica e tradizionale con particolare riferimento ai pezzi che caratterizzano la produzione di ogni ceramista, dall’altra il Decop consente di attestare la provenienza dell’intera produzione locale”.
Anche Franco Pace, presidente del Consiglio comunale (è stata l’assise cittadina a dare l’ok al regolamento comunale per il riconoscimento delle attività ceramistiche locali), sottolinea la valenza del Decop: “Con esso si tutela la ceramica di Caltagirone dal rischio di contraffazioni che ne danneggiano l’immagine e si interviene concretamente a sostegno dei nostri artigiani, che rappresentano una grande risorsa umana e professionale”.

 

 

GLI EVENTI

 

Uno degli avvenimenti di maggiore attrazione, a Caltagirone, è senza dubbio la “Luminaria”, lo spettacolo di luci e colori che, le sere del 24 e 25 luglio, trasforma la monumentale Scala di Santa Maria del Monte in un fantasmagorico arazzo di fuoco. Da qualche anno a questa parte la sera del 24, a fare da degna cornice all’illuminazione della Scala è uno spettacolo pirotecnico che parte dalla sua sommità e che costituisce un “unicuum” di grande suggestione.
Ma gli appuntamenti da non mancare nella “città della ceramica” sono tanti altri ancora: dal Natale connotato dalla profonda e radicata tradizione dei presepi, alla Pasqua con i riti - assai sentiti - della Settimana Santa.
Due manifestazioni che si ripetono ogni mese e che catalizzano l’attenzione dei visitatori sono “’A Truvatura” (nella foto), il mercatino dell’antiquariato (e non solo) che si svolge nel centro storico ogni terza domenica del mese (adesso l’evento si estende in due giorni, comprendendo anche il sabato) e la “Fiera dei sapori”, che si tiene ogni quarta domenica del mese nel borgo di Santo Pietro, che si trova nell’area della omonima Riserva naturale orientata.

 

 

LE VILLE DEI GATTOPARDI

 

È la mostra permanente sulle ville storiche caltagironesi, che si trova nelle sale di Villa Patti (nella foto), inserita nell’ormai singolare ed affascinante contesto di ville e parchi sette - ottocenteschi intorno al convento di Santa Maria di Gesù. Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dal Comune e realizzata dai suoi Musei civici. L’esposizione offre documenti e suggestioni di atmosfere e prefigura le potenzialità e le linee guida dei successivi ampliamenti, che avverranno attraverso attività di archiviazione e documentazione e la creazione di un laboratorio sulle ville storiche siciliane e sulle tematiche ad esse inerenti. La mostra offre, quindi, uno spaccato interessante, attraverso gli oggetti e quant’altro le caratterizzasse, della vita che si svolgeva all’interno della ville e consente di recuperarne ambientazioni ed atmosfere. Un appuntamento da non mancare, quindi, tanto per i turisti, quanto per gli stessi calatini, che hanno già mostrato di apprezzare anche gli spazi esterni a Villa Patti. “L’avvenuto pieno recupero di Villa Patti - afferma il sindaco - costituisce il primo, importante tassello di un più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio di ville storiche di cui la nostra città è dotata. Progetto, questo, che potrà produrre positive ricadute turistiche anche per la parte nuova della città”.