ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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La rocca come il castello animato

 

pagine a cura di Clelia Coppone

(in collaborazione con l'Ufficio P.R. editoriale)

Il sindaco Pippo Failla

Una collina storica che è già un biglietto da visita. Con le sue chiese, i ruderi di un convento medievale e un castello che spicca per la sua imponenza, l’altura di Paternò possiede un patrimonio storico pressochè unico per il numero e la qualità dei monumenti che ospita, oltre a costituire un singolare esempio di architettura normanna.
L’obiettivo, ora più che mai, è quello di renderla ancora più bella, di addolcirne i tratti e metterne in risalto i lineamenti, con l’astuzia di un trucco studiato ad hoc, fatto di sapienti opere di ristrutturazione e di un fine lavoro di cesello. Un primo passo compiuto dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Pippo Failla consiste nel rifacimento dell’impianto di illuminazione, realizzato come fosse un’opera d’arte in sintonia con l’ambiente e con l’approvazione della Soprintendenza ai beni culturali di Catania. Sembra un dettaglio, ma in realtà non lo è, perché conferisce un alone di romantica malinconia all’antico borgo che si arrampica fin sulla vetta della collina. Qui e là, rimane sparso qualche lampione, ma, per lo più, la luce è diffusa dal basso, da una sorta di ‘riflettori’ che non deturpano la bellezza dei luoghi. Quattro ‘riflettori’, uno per ciascun lato, metteranno in risalto la sagoma della Rocca in ogni periodo dell’anno e la renderanno sempre visibile anche da lontano.
Nei programmi della Giunta c’è pure la ristrutturazione dell’antico convento di San Francesco, giusto alle spalle della chiesa medievale trasformata, di volta in volta, in un centro congressi o in una galleria d’arte. Della struttura originaria del convento è rimasto ben poco, ma è intenzione prioritaria dell’Amministrazione recuperare il sontuoso complesso religioso mettendo in pratica un progetto di riedificazione ancora in fase di elaborazione. “La collina storica è da sempre un’attrazione importantissima per i turisti - commenta l’assessore comunale alla Cultura e allo Sport Nino Naso -. Finora, nonostante i proclami, è stata prestata poca attenzione. Noi puntiamo a una sua reale valorizzazione: abbiamo già predisposto l’installazione dell’illuminazione artistica e la sistemazione delle aree verdi. E abbiamo altri interventi in cantiere”. Come, ad esempio, la sistemazione della scalinata settecentesca che collega l’acropoli paternese al borgo e al resto della città. “Questi interventi di miglioramento - sottolinea l’assessore comunale ai Lavori pubblici e vicesindaco Salvo Torrisi - fanno parte di un programma più elaborato destinato a rendere più fruibile la collina storica, che, nonostante sia la zona più bella della città, è praticamente spopolata”.

La Rocca normanna

Una collina più bella, quindi, e anche più vitale, dove i paternesi, e non solo loro, abbiano il piacere di trascorrere una giornata. Per visitare una mostra, per assistere ad un concerto o ad una rappresentazione medievale. Perché sul belvedere paternese il da fare di certo non manca.
Dallo scorso mese di giugno, poi, è possibile anche celebrare il giorno più bello della vita di ogni innamorato dentro il monumentale castello normanno. L’Amministrazione comunale, infatti, ha attrezzato per i matrimoni civili un’ampia sala al primo piano del maniero costruito dal granconte Ruggero e già tre coppie di sposini hanno approfittato dell’opportunità di pronunciare il fatidico sì circondati da un’atmosfera da fiaba. Per l’originale cerimonia occorre presentare una richiesta all’ufficio di Stato civile del Comune: i paternesi dovranno versare 250 euro nelle giornate ‘ordinarie’, 500 nei festivi; i non residenti, invece, dovranno sborsare il doppio.
E la Rocca normanna, simbolo indiscusso della città, è stata scelta anche come palcoscenico naturale per il “Castello animato”, la manifestazione organizzata durante le festività natalizie dall’assessorato comunale alla Cultura, retto l’anno scorso dall’assessore Francesco Ciancitto. Il dongione è stato risvegliato da giullari e cortigiani abbigliati con le tipiche vesti medievali, allietato dalla musica dell’epoca e da una ventina d’attori che hanno rievocato il periodo trascorso a Paternò da Federico II di Svevia, nel 1221. L’appuntamento, ideato dall’architetto Elena Ciravolo e portato sulle scene dal gruppo “Batarnù”, ha riscosso un enorme successo di pubblico. Lo stesso pubblico che non ha mancato di apprezzare i concerti e le mostre che, di volta in volta, il Comune ha realizzato nella chiesa di San Francesco alla collina, splendido esempio di architettura medievale.

 

UNIVERSO SPORT

 

L'assessore Naso e Bruno Conti

Non ci sono solo il Paternò calcio, la squadra di baseball dei Warriors e il velocista Alessandro Cavallaro. C’è una galassia di società sportive che a Paternò vive e si allena e che riesce anche a raccogliere belle soddisfazioni sul campo. Squadre di basket, di pallavolo, di tennistavolo e di arti marziali, per citarne solo alcune. Sono una ventina quelle che beneficiano dei contributi concessi dall’assessorato comunale allo Sport guidato da Nino Naso, che ha scelto di puntare sulle realtà ‘minori’ pensando anche ad un obiettivo sociale: il recupero dei minori a rischio.
“Lo sport è per noi una scommessa - spiega l’assessore Naso, parlando per esperienza, visto che, tra le altre cose, è stato allenatore del Paternò calcio quando militava in Eccellenza e del Gravina femminile in A -. Lo è perché può far conoscere a livello nazionale la nostra città con il suo patrimonio artistico e paesaggistico, e, finalità altrettanto importante, perché può sostenere i più giovani nel loro percorso di crescita, evitando di prendere strade sbagliate”. Il che significa aiuti alle realtà ‘eccellenti’ dello sport paternese e sostegni concreti alle società minori. Nel primo quadro di azioni si inseriscono le sponsorizzazioni della squadra di calcio del Paternò, per la seconda stagione consecutiva in C1, ai Warriors di baseball e all’azzurro Alessandro Cavallaro. Nel secondo i contributi suddivisi tra una ventina di società minori. In questo caso, non si tratta di contributi ‘a fondo perduto’: più che altro sono contratti destinati alla costituzione dei Cas, i Centri di avviamento allo sport, in collaborazione con le scuole della città.
“Lo sport è uno degli strumenti che abbiamo attivato per togliere i ragazzi dalle strade e portarli in palestra, su un campo di calcio o di tennis - dichiara il sindaco di Paternò Pippo Failla -. E poi educa alla disciplina e al senso delle regole, doti indispensabili per il buon cittadino di oggi e di domani”.

Una formazione del Paternò

Sono i più giovani, quindi, i beneficiari finali di tutte queste azioni. Giovani che troppo a lungo hanno lamentato la mancanza di strutture sportive in una città popolosa e dalle grandi potenzialità sportive come lo è Paternò. È stato solo per un talento naturale e per un’ostinazione personale, ad esempio, che Alessandro Cavallaro, cresciuto atleticamente tra un campo di calcio e un campo scuola di periferia è riuscito a tagliare traguardi sportivi internazionali. E non è migliore la situazione per gli altri sport. Su questo fronte il Comune ha assicurato un suo interessamento e potrebbe festeggiare la fine di attese lunghe addirittura vent’anni. A cominciare dalla piscina comunale, che entro la fine di quest’anno dovrebbe registrare l’inizio di lavori attesi da decenni, proseguendo con il completamento del velodromo Salinelle, realizzato dalla Provincia e destinato a diventare lo stadio di Paternò, come, del resto, era in passato. Provincia che si è attivata anche per costruire un campo di baseball che consentirebbe ai Warriors di ‘lasciare’ il diamante privato realizzato sul territorio di Belpasso.

 

 

Storia e Natura

 

Il convento di S. Francesco

 

È il binomio che contraddistingue la città di Paternò e che l’amministrazione comunale intende incentivare nell’ottica di un rilancio turistico ed economico. Sotto il borgo medievale, a pochi passi dal polo sportivo paternese, è possibile osservare un fenomeno geologico unico in Italia e con grandi potenzialità terapeutiche. Si tratta delle Salinelle, chiamate così per via dell’alta percentuale di sali che contengono (circa il 97%): di recente sono state ripulite dalle cataste di immondizia che le hanno tenute nascoste per anni e sono anche visitabili grazie ad una passerella che permette di raggiungerle in tutta comodità.Le Salinelle di Paternò (lo stesso fenomeno è osservabile nella zona di San Biagio a Belpasso e lungo il Simeto) abbracciano un’estensione di circa trentamila metri quadrati, ricoperta da vulcanetti in costante attività, che emettono spesso alti sbuffi d’acqua. Questo singolare fenomeno di vulcanismo secondario, secondo gli studiosi, sarebbe legato ai gas che, risalendo dalla profondità della terra, fuoriescono attraverso le fratture della superficie. Sin dall’antichità sono note le sue straordinarie proprietà curative: la saggezza popolare ha tramandato di generazione in generazione gli effetti terapeutici delle argille delle saline, che, grazie al loro potere calorifero, venivano impiegate per alleviare i dolori reumatici.