ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Prossima apertura: secondo ingresso dell' ospedale    
pagine a cure di Antonio Foti, Antonio Carreca, Rosario D'Agata
(in collaborazione con l'ufficio P.R. editoriale)
Il sindaco, Ascensio Maesano

Appare ormai sempre più vicina l’attesa apertura del secondo ingresso dell’ospedale “S. Marta e S. Venera”, realizzazione sollecitata a gran voce soprattutto dagli amministratori dei centri dell’hinterland acese: oltre ad Acicatena anche Aci S. Antonio, Valverde, Viagrande, Aci Bonaccorsi, Trecastagni.
La data dell’inaugurazione non è stata ancora resa nota ma l’iter attuativo dell’opera ha registrato qualche settimana fa un ulteriore passo avanti: un ultimo sopralluogo tecnico-istituzionale, organizzato dal sindaco di Acicatena, Ascenzio Maesano, per individuare gli ultimissimi interventi da compiere prima dell’apertura del secondo ingresso, già dotato di un cancello automatico.
Le priorità individuate riguardano la creazione di una piccola rotatoria all’altezza dell’incrocio tra le vie Allegracuore (in territorio di Acicatena), Cefalù e quella d’accesso al nosocomio, che sarà intitolata con molta probabilità ad Orazio Sciuto (lo scomparso proprietario).
I vantaggi della seconda apertura dell’ospedale acese sono diversi: innanzi tutto un accesso veloce e diretto per l’utenza che proviene dai suddetti centri, quindi un alleggerimento del traffico veicolare sulla già congestionata via Cristoforo Colombo, che collega Acireale al casello autostradale e ai paesi dell’hinterland; quindi tempi di intervento più veloci in caso di pronto soccorso.
Ma, tornando al sopralluogo svolto, oltre al primo cittadino catenoto erano presenti tra gli altri anche il sindaco di Acireale Nino Garozzo, il vice presidente vicario del consiglio provinciale, Pippo Cutuli e numerosi rappresentanti di enti ed associazioni che in passato hanno sollecitato più volte l’importante realizzazione.
-“Il sospirato traguardo è ormai sempre più vicino - ha commentato il sindaco Maesano - l’iter, avviato circa quattro anni fa su preciso input dell’allora assessore alla Sanità, Orazio Torrisi, è praticamente ormai concluso; certo non è stato tutto facile e le polemiche non sono mancate ma siamo stati bravi a superare tutti gli ostacoli che si sono frapposti.

Devo in tal senso rivolgere un plauso alla fattiva collaborazione attuata tra Pippo Cutuli ed il dirigente dell’Ausl 3, Giorgio Ragona, che ha consentito di far compiere all’iter una decisa accelerazione, soprattutto nella parte finale”.
Soddisfatto anche il sindaco di Acireale, Nino Garozzo: “L’apertura del secondo ingresso non è ormai più un’utopia e per questo siamo tutti contenti. Non vorrei però che questa si trasformasse per i soliti furbi in una scorciatoia utile ad evitare il traffico della via Colombo, anche se in tal senso ho già avuto precise garanzie”.
La Chiesa
 
L'area archeologica di Santa Venera al Pozzo
 

Acicatena con i suoi 27.000 abitanti, dopo Acireale è il centro più popoloso delle Aci, grazie ai numerosi “catanesi” che si sono trasferiti nel centro catenoto.
La “città del verdello”, come gli altri centri agricoli ha vissuto la sua crisi agrumicola, questo grazie principalmente alla “politica” che non salvaguardando il comparto degli agrumi, ha creato di conseguenza anche una forte disoccupazione.
Noi oggi ci occuperemo di un altro aspetto di Acicatena, ovvero dell’area archeologica in contrada Santa Venera al Pozzo, dove esistono i ruderi delle antiche Terme Romane - (due ambienti rettangolari coperti con volte a botte, dotati di fori nella copertura e doppio pavimento per il passaggio del calore, utilizzati come “calidarium” e “frigidarium” ed altresì le sorgive di acqua termale che incanalata arriva nello stabilimento termale di Acireale).
Iniziamo la nostra cronistoria: il 14 dicembre 1991, all’interno della zona archeologica, viene riaperta al culto la chiesetta di Santa Venera al Pozzo costruita nel XIV secolo, questo grazie alla parrocchia di San Filippo d’Agira con la collaborazione dei comuni di Acicatena e di Acireale nonché con l’apporto dell’Azienda delle Terme di Acireale. Quindi, dopo tanti anni di abbandono di questa stupenda zona archeologica, che era divenuta meta preferita dei “tombaroli”, finalmente inizia un serio lavoro di recupero.

La chiesa di S. Giuseppe


Nel periodo natalizio, grazie all’interessamento dell’assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Acicatena, prof. Giovanni Barbagallo in collaborazione con l’Associazione Arcobaleno di Aci San Filippo e l’Azione Cattolica parrocchiale all’interno della chiesetta viene realizzato un artistico presepe con personaggi in terracotta che raffigurano mestieri che oggi vanno via via scomparendo come ad esempio l’arrotino, il venditore di lupini, il riparatore di ombrelli, il tessitore di lino. Nel 1992 all’esterno della zona archeologica si realizza la seconda edizione della Fiera franca. Nel 1993 altra edizione del presepe. Nel 1996 da sottolineare la visita dell’assessore regionale al Turismo onorevole Adelfio Basile che tra l’altro si impegna per sviluppare un progetto per la sistemazione in un modo adeguato dell’area delle acque sulfuree, infatti da troppi anni esiste un edificio che abbruttisce tale zona. Nel 2001 viene finanziato dall’Unione Europea con una copertura finanziaria di tre miliardi e mezzo il progetto che prevede l’istituzione di un Parco archeologico e naturale nell’area delle Terme Romane di Santa Venera al Pozzo. L’intervento prevede l’allargamento dell’area archeologica, la realizzazione di sentieri natura e di un museo archeologico. Nel 2001 il prof. Giovanni Barbagallo, presidente dell’Associazione “Pan Akis 9”, lancia un grido di allarme sulla grave situazione all’interno dell’area archeologica: “l’intera area si presenta ai visitatori in uno stato di profondo abbandono, con l’erba secca, a rischio d’incendio, occorre evidenziare com’è stato accentuato lo stato di degrado, degli interventi della sezione archeologica della Soprintendenza Regionale ai Beni culturali di Catania che senza tener conto dell’ingresso in comune con la chiesa di Santa Venera al Pozzo ha abbattuto degli alberi secolari di ulivo e ha collocato una volgare recinzione metallica a protezione dell’area archeologica. Una assurdità!”. In merito alla questione, la sovrintendente ai beni archeologici dott.ssa Maria Grazia Branciforti, dopo aver dichiarato del ritrovamento di una “fornace” tardo antica, ricavata da un’abitazione romana, di straordinaria importanza, con arnesi, prodotti e scarti, si è soffermata sulla questione della recinzione, “a nord e sud della chiesa restaurata di Santa Venera abbiamo trovato preesistenze e creato un percorso con passerelle, solo momentaneamente recintata con rete metallica, abbattuto le barriere architettoniche, tolto gli ulivi le cui radici avevano danneggiato il complesso e reimpiantato gli stessi qualche metro più in là”.
Ma qual è lo stato attuale nell’area archeologica di Santa Venera al Pozzo. Bisogna sottolineare che è stato creato il Parco archeologico con il relativo museo; sono in corso dei lavori all’esterno della chiesetta di Santa Venera al Pozzo, ma ancora l’antiestetica recinzione cui faceva riferimento il prof. Giovanni Barbagallo è ancora lì. Altro punto dolens l’erbacce lungo la via che porta all’area archeologica di Santa Venera al Pozzo. Certamente si deve intervenire al più presto lungo la zona, perché in caso contrario si rischia, dopo un periodo di interventi, di riabbandonare tutta la zona. Sarebbe un peccato non solo per Acicatena, ma per tutta la Sicilia.

Ignazio Fichera
Ninni Carastro
Dino Pirrone
Alfio Castagna
Nello Cutuli
Mario Carastro

 

Alla scoperta di una Sicilia ricca di luoghi e percorsi pregni di storia... nel cuore dell'Aci antico

di Dino Pirrone
Assessore alle Attività produttive e Sviluppo Economico, Organizzazione, Studi e Comunicazione, Beni Culturali ed Ambientali, Turismo

La valorizzazione dei tanti luoghi che hanno fatto la storia di Acicatena, che ci consentono di essere orgogliosi di appartenere alla terra dell’Aci antico, il patrimonio archeologico, monumentale e paesaggistico sono delle potenzialità insite nel territorio che necessita salvaguardare e far conoscere.
Bisogna pensare ad uno sviluppo locale reale e sostenibile, cominciando dai beni culturali ed ambientali, la salvaguardia e la successiva valorizzazione del nostro patrimonio artistico e paesaggistico, che intelligenti programmi di recupero e manutenzione attenta potrebbero costituire autentiche offerte per un turismo sempre più esigente.
Gli interventi di risanamento e di restauro con apertura alla collaborazione dei privati, specie per la gestione successiva all’intervento, ciò comporta un’alleanza con interessi imprenditoriali qualificati (società miste, partnership). Il valore aggiunto delle sponsorizzazioni è una grande occasione nella caccia alle risorse per l’amministrazione locale, tanto quanto la salvaguardia e la reintegrazione dei valori del paesaggio anche nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.
Bisogna promuovere un’adeguata valorizzazione del centro storico, con possibilità per i residenti di adeguare e/o ristrutturare secondo canoni ben precisi le proprie abitazioni. Definizione certa dei quartieri della città, per interventi mirati e diversificati nei singoli quartieri.
Il mio è un lavoro proiettato nel tempo, mi auguro di poterlo svolgere adeguatamente ponendo piena fiducia nel Sindaco, Ascenzio Maesano, e nei colleghi Assessori, con i quali si dovrà lavorare in simbiosi, con l’unico obiettivo di fare di Acicatena un punto di riferimento positivo non solo in provincia di Catania.



Alcuni scorci storici di Acicatena