ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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LA TRADIZIONE DEL CARNEVALE 2004

   
pagine a cure di Agnese Virgillito
(in collaborazione con l'ufficio P.R. editoriale)
Il sindaco, Pippo Failla

Il Carnevale a Paternò custodisce una ricca ed autentica tradizione storica, satura di un laborioso lavoro svolto dalla maestria di artisti ed artigiani, i quali, con dedizione, si sono a lungo impegnati affinché le proprie opere allegoriche fossero di gradimento non solo ai concittadini ma anche ai forestieri che, con ogni mezzo ed in massa, accorrevano da tutti i centri della provincia di Catania per ammirare il “più bello e divertente Carnevale di Sicilia”.
La manifestazione negli anni passati ebbe successo, anche per il coinvolgimento dei singoli cittadini nella baraonda carnevalesca scaturita dallo “svago” che si respirava per le strade principali della città, vivacemente colorate da tappeti di coriandoli.
Una fiumana di gente, ammattita dai fragori della musica e dalle note chiassose, ingorgava, durante i giorni grassi, la Via Vittorio Emanuele e le piazze Indipendenza, Regina Margherita (nota come “Quattrocanti”), San Giovanni (le “Palme”) e Vittorio Veneto.
Strade che si prestavano come palcoscenico di uno spettacolo collettivo che, protraendosi per oltre un mese, dal giorno successivo all’Epifania fino alla mezzanotte antecedente al mercoledì delle Ceneri, metteva in mostra lo spirito prettamente goliardico dei paternesi.
Piazze come scenario di indimenticabili balli in maschera fino a tarda notte, di sfilate di artistici carri allegorici in cartapesta, di macchine infiorate, di gruppi in maschera, con incantevoli costumi, indossati da “dame” e “cavalieri”, defilé di gente mascherata che affascinava ed intrigava, incuriosendo i passanti.

Momenti del Carnevale

Centinaia le maschere, martellanti i suoni e le canzoni, assordante la musica che fuoriusciva dagli altoparlanti, coinvolgenti i giri di danze che si incrociavano nelle piazze della città -divenute piste da ballo-, incancellabile il profumo di “violetta” che aleggiava nell’aria, travolgenti i balli tanto attesi che facevano incontrare coppie in cerca di nuovi flirt tra la frenesia e l’entusiasmo del momento.
Attimi di spensieratezza e di gioia, che filtravano nel “dimenticatoio” le amarezze e le contrarietà assorbite durante il periodo bellico.
Il ritmo concitato dei festeggiamenti saliva il giovedì grasso per poi culminare il martedì seguente che segnava la chiusura dell’atmosfera briosa e si concludeva alla mezzanotte con il rogo di “Re Carnevale”, gesto antico attraverso il quale, metaforicamente, si emendavano i mali dell’anno passato.
A Paternò, il Carnevale, ebbe inizio nel 1868, interrotto negli anni della guerra ed in seguito ripreso all’inizio della metà del secolo uscente, quando dopo la seconda guerra mondiale diveniva motivo di ripresa soprattutto per esorcizzare le rovine e le travagliate sofferenze della belligeranza, il cui ricordo era ancora nitido negli echi della memoria dei peternesi.
La manifestazione di contenuto allegorico, in quegli anni, prese sempre più vigore, rappresentando, attraverso le disparate iniziative, la sua massima espressione.

Momenti del Carnevale

Agli inizi degli anni ’60 nasceva il Carnevale dei bambini (oggi ripreso con successo, mentre usciva di scena quello tradizionale, lasciando malinconie nei cuori dei “meno giovani” che hanno assistito sempre più al tramonto del più “bello e divertente Carnevale di Sicilia” e con esso hanno visto sbriciolarsi oltre un secolo di storia!
A quei tempi Paternò non aveva nulla da invidiare al resto delle città italiane, dalla rinomata Viareggio alla vicina Acireale, e ciò grazie alla viva partecipazione del popolo, protagonista in prima linea e non spettatore inerte, rivolto a vivere quel “momento” come se fosse l’unico di tutto l’anno da “carpire” per divertirsi!
A sentire oggi i “nonnini”, quando alla mente riaffiorano loro quelle dolci rimembranze, erano davvero bei tempi quelli…!
Tempi intessuti di tradizioni che sono state “rispolverate” oggi, più che mai, dall’attuale Amministrazione comunale, capeggiata dal sindaco Pippo Failla; è stato proprio il primo cittadino insieme con l’Assessore alla Cultura, Nino Naso, a confezionare un carnevale strabiliante.
Bello, allegro, divertente e tradizionale. Questi, infatti, i quattro “ingredienti” scelti con oculatezza dalla squadra governativa di Paternò per mettere in piedi il cartellone dei giorni grassi, edizione 2004.
Quattro aggettivi che hanno rispecchiato, in pieno, quella che, a manifestazione conclusa, si è rivelata con successo una vera e propria sbornia carnascialesca.

Momenti del Carnevale

“Il Carnevale a Paternò è stata una grande festa - ha dichiarato il primo cittadino, Pippo Failla - che ha rallegrato piccini e meno giovani, coinvolgendo davvero tutti. Sono felice - ha concluso Failla - innanzitutto di aver notato le piazze e le vie del centro gremite di bambini in maschera e, soprattutto, di ragazzi e ragazze che hanno preferito gustarsi l’euforia carnevalesca tra i muri di casa propria. Un bel lavoro il risultato ottenuto anche dagli artigiani che hanno lavorato con cura ai costumi in maschera ed ai carri”.
Ma la novità dell’edizione 2004 è stata, senz’altro, il gemellaggio con Rio de Janeiro, la madre patria del Carnevale. Così la festa più travolgente dell’anno è impazzata sì per le vie di Paternò, ma è anche sbarcata nella terra giallo-verde; a volare in Brasile rappresentando la città di Paternò, un “carro siciliano” allestito da artigiani.
Ma il gemellaggio tra le due terre non è stato soltanto motivo di divertimento ma anche di tanta solidarietà.
L’assessore paternese, Nino Naso, infatti, durante il suo soggiorno brasiliano, ha visitato i ricoverati che, purtroppo, affollano l’ospedale italiano di Rio de Janeiro e la villa “Paradiso”: due entità della Società Italiana di Beneficenza e Mutuo Soccorso, fondata nel 1854 per volontà dell’imperatrice Teresa Cristina, principessa di Napoli e figlia di Francesco I, Re delle due Sicilie.

Il presidente della Provincia regionale di Catania, Raffaele Lombardo con l'assessore alla Cultura, Nino Naso

“L’esperienza del gemellaggio - ha sottolineato l’assessore Naso - è stata davvero proficua e non soltanto da un punto di vista di goliardia e divertimento quanto per lo scambio culturale fra i due paesi. Il nome di Paternò è circolato in tutto il sambodromo di Rio e molti sono stati i contatti presi con varie agenzie ed addetti alla stampa per visitare le bellezze della nostra città. Il gemellaggio con il Brasile è stato altresì un modo per conoscere quanti italiani, ed anche siciliani, vivono ormai da diversi anni lontano da casa ed alcuni anche in situazioni di disagio”.
Ricco il calendario della manifestazione di quest’anno in città con l’animazione per i più piccoli delle scuole materne, e con i balli in maschera in Piazza Indipendenza per gli scolaretti più grandi; con la considerevole presenza di gruppi in maschera, ben venti, e di carri infiorati ed allegorici (in tutto dodici, incluso il carro allegorico del Comune dedicato ai bambini), che hanno sfilato lungo le vie principali del centro cittadino.
A firmare il divertimento delle serate grasse, nel “salotto della città”, con spettacoli, Emilia Midolla, Rita Forte, i “Koromania”, i “Fiesta latina”, ed ancora, il gruppo evergreen dei “Cugini di Campagna” e quello di animazione “Viva Brasil”. Ad intrattenere lo show, anche, l’attore comico Manlio Dovì e la performance di Gigi Sabani.Ad intervenire, tra gli altri, sul palco, l’on. Raffaele Lombardo, presidente della Provincia regionale di Catania, il quale ha ribadito il suo impegno per la risoluzione di alcuni problemi cittadini, sottolineando il dovere dell’Ente, dallo stesso rappresentato, per potenziare al massimo le manifestazioni di Paternò, una città che vanta grandi tradizioni di operosità, di cultura, di folklore.
A chiudere i festeggiamenti, a Paternò, dando l’“arrivederci” al prossimo anno, il rogo del “fantoccio” che rappresenta il “Re Carnevale”.

La festa patronale di Santa Barbara

Fede e folklore. Questo, senza dubbio, il binomio consono per indicare la festa patronale di Paternò, celebrata il 4 dicembre in onore di Santa Barbara.
Già nei giorni che precedono il giorno della solennità Paternò è imbandita e veste i panni della festività.
Le celebrazioni hanno subìto molti cambiamenti negli anni, ma non hanno perduto l’antico stile.
Anticamente la solennità veniva celebrata il 27 luglio in ricordo del giorno dell’estate 1576, quando la Santa bloccò la peste che investiva il territorio paternese, ed in ricordo anche del trasferimento delle reliquie da Messina a Paternò. Era la festa principale poiché ne seguiva un’altra, quella del 27 maggio in ricordo del miracolo, avvenuto nel 1780 quando le reliquie della Santa arrestarono la lava che avanzava verso Ragalna. In quella occasione i paternesi dedicarono a Santa Barbara un busto in argento che proprio quel giorno venne adornato di rose e per questo motivo tutt’oggi viene anche denominata “Santa Barbara delle rose”. Fu l’eccessivo caldo a spostare i festeggiamenti al 4 dicembre, data che ricorda il giorno in cui la Vergine fu percossa e decapitata per volere del padre.
Il 3 dicembre, vigilia della festa, è il giorno della solenne processione delle Reliquie di Santa Barbara. Vi sono poi gli artistici cerei, meglio noti ai paternesi come “varette”, che rappresentano le diverse categorie di cittadini o le diverse maestranze che offrono la cera alla Santa Patrona. Ogni cereo viene portato faticosamente a spalla da otto uomini, con indosso una camicia bianca.
Si arriva al 4 dicembre, giorno che annuncia sin dalle prime ore del mattino con uno scampanio di tutte le chiese cittadine e con musiche e spari dal Castello Normanno, la festa. Dalla chiesa di Santa Barbara, in tarda mattinata si conduce in processione il fercolo con il Sacro Simulacro e si raggiunge la chiesa dell’Itria, dove si celebra una Santa Messa dalla torre dei falconieri. Da qui la processione giunge in piazza Vittorio Veneto e prosegue per arrestarsi, tra la folla che gremisce il largo antistante la Chiesa di Sant’Antonio, tra spari e fuochi d’artificio.
Durante il pomeriggio il fercolo viene portato in processione per le vie della città e quando arriva in Piazza Indipendenza, cuore pulsante della città, si assiste ad un altro spettacolo di fuochi d’artificio. A conclusione, in serata, il fercolo rientra in chiesa.
A rispolverare le tradizioni di un tempo, aggiungendo stralci di novità, l’Amministrazione comunale, con in testa il sindaco, Pippo Failla, seguito dall’assessore alla Cultura, Nino Naso. Sono le loro firme che hanno siglato il programma del 2003 attirando, non soltanto sotto l’aspetto religioso ma anche folkloristico, migliaia e migliaia di persone.
Recuperata dal cassetto, anche, l’“Entrata dei cantanti”, di scena in piazza Indipendenza, con la partecipazione degli alunni delle scuole elementari della città, e le tradizionali cantate delle corporazioni cittadine “Mulinari” e “Muratori”, allestite dalle corali parrocchiali di Santa Barbara, Santa Maria dell’Alto, San Giovanni Bosco San Michele, accompagnate dal Corpo Bandistico “Città di Paternò”.
La manifestazione è stata arricchita da altri ingredienti di carattere culturale, musicale, ma non solo. Molti gli appuntamenti, fra i tanti: la performance del soprano, Nunzia Formica, e del tenore, Felice Internullo, in piazza Indipendenza; ed ancora, i concerti di musica da camera, ospitati in alcune chiese della città; rappresentazioni teatrali a cura di associazioni locali; la mostra fotografica su Santa Barbara, allestita da Roberto Fabio Coniglio, ma anche il “recital” di poesie dedicate alla “Santuzza” (momento curato dal prof. Angelino Cunsolo, direttore del periodo de “la Gazzetta dell’Etna”) ha impreziosito la festività.
Immancabile lo spazio dedicato alla solidarietà: con la “Sagra della Scacciata casereccia” priva di glutine per i soggetti celiaci, e quello dedicato allo sport: con il 7° Trofeo “Santa Barbara” di pesca a colpo.

LA PISCINA COMUNALE

Paternò, ormai da qualche tempo, sembra essere divenuta un "cantiere a cielo aperto". Fiore all'occhiello dell'attività politico amministrativa, in materia di lavori pubblici, è senz'altro, la realizzazione della piscina, che sorgerà in adiacenza al corso Italia.
L'impianto, infatti, per molti paternesi rappresenta un sogno… lungo cinquant'anni, se non di più, che diventa finalmente realtà. La piscina è composta da una sala-vasche in cui ne sono collocate altre due dalle dimensioni di 25x17x2 e ml. 17x7x0,80/1,20 di altezza libera di mt. 5, perimetrate da banchine di idonea larghezza per garantire sicurezza degli utenti e la funzionalità sportiva.
I posti spogliatoi sono stati raggruppati in locali comuni con un filtro di separazione tra i percorsi a piedi nudi ed a piedi calzati per un numero di 60 utenti donne ed altrettanti uomini. In adiacenza alla sala-vasche è prevista la sala prenatatoria delle dimensioni di ml. 10,90x10,75, un deposito abiti, un deposito attrezzi a quota vasca di mq. 57,98 ed un ampio deposito a disposizione dell'amministrazione nel piano seminterrato, spogliatoi giudici di gara e pronto soccorso. È prevista la creazione di una gradinata per il pubblico per complessivi 226 posti, con zona d'ingresso dotata di relativi servizi igienici e bar. La struttura portante della sala-vasca è prevista con pilastri e travi che formano l'intelaiatura portante della copertura, prevista con travi di legno lamellare e pacchetto in legno. La struttura dei servizi atleti, centrale idrica, centrale termica ed elettrica è prevista in cemento armato su fondazione continua su travi rovesce. La durata dei lavori è di 18 mesi. L'importo complessivo dell'opera è di € 3.098.741,39.