ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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PARAMETRI DI POVERTÀ

L’annuale rilevazione dell’Istat ha riscontrato in Italia 2.585.000 famiglie in condizione di indigenza, pari all’11,1%. Nel 2004 erano l’11,7%, una differenza che viene giudicata “statisticamente irrilevante”. Le persone che vivono in condizione di povertà sono complessivamente 7.577.000, pari al 13,1% della popolazione. Si avverte solo qualche miglioramento per quel che riguarda gli anziani, soli o in coppia, ma al Sud l’Istat ha invece riscontrato un ulteriore peggioramento: l’incidenza della povertà nelle famiglie con un elevato numero di componenti è passata infatti dal 36,4% del 2004 al 42,9%. In dettaglio:

Al Sud i più poveri del Paese.
Mentre al Sud va sempre male, anzi peggio. Qui, i poveri, oltre ad essere più numerosi sono anche più poveri: infatti l’intensità della povertà raggiunge il 22,7%, rispetto al 17,5% e al 18,9% nel Nord e nel Centro. Al Mezzogiorno risiedono i tre quarti delle famiglie che l’Istat definisce come “sicuramente povere”, corrispondenti al 5,1% del totale, con livelli di spesa mensile inferiori di oltre il 20% alla linea standard.

Si sta peggio in Sicilia e Campania.
Nel Nord e nel Centro sono povere rispettivamente il 4,5% e il 6% delle famiglie, mentre al Sud la percentuale sale al 24%. La situazione più grave è quella delle famiglie campane e siciliane, che mostrano un’incidenza della povertà rispettivamente del 27 e del 30,8%. Mentre va decisamente meglio in Abruzzo, dove la percentuale delle famiglie povere (11,8%) è molto prossima a quella della media nazionale.

Più povere le famiglie numerose.
A pesare al Sud è anche la presenza di famiglie con cinque o più componenti, che presentano decisamente livelli di povertà più elevati: in Italia il 26,2% di queste famiglie vive in povertà, ma al Mezzogiorno la percentuale si attesta al 39,2%.

Gli anziani vivono un po’ meglio.
Il miglioramento della situazione degli anziani è generalizzato, e si riscontra in misura maggiore al Centro, dove le famiglie con almeno una persona ultrasessantacinquenne in condizione di povertà sono l’8% del totale, percentuale inferiore all’11,2% del 2004. Migliora anche la situazione delle famiglie con a capo una donna anziana: l’incidenza della povertà passa dall’8,8% al 6,5%.

Al Nord in difficoltà giovani e dipendenti.
Se al Sud soffrono le famiglie numerose, al Nord si riscontra comunque un elevato tasso di povertà tra le famiglie con genitori soli (13,4%) e tra quelle che hanno come persona di riferimento un giovane. Le famiglie che hanno a capo un giovane con meno di 35 anni infatti passano dal tasso di povertà del 2,6% a quello del 4,8%. In difficoltà nelle regioni settentrionali anche le famiglie con a capo un lavoratore dipendente: per loro l’incidenza della povertà passa dal 3,5 al 4,2%.

Single e famiglie senza figli più agiati.
La diffusione della povertà è più contenuta tra i single e le coppie senza figli di giovani e adulti (di età cioè inferiore ai 65 anni). Secondo l’Istat infatti, solo il 3,5% dei singles e il 4,8% delle coppie senza figli di giovani e adulti vive al di sotto della soglia di povertà.

Fra le non povere, a rischio 1 famiglia su 10.
Fra le famiglie non povere (l’88,9%), il 7,9% rischia di diventarlo e sono considerate “quasi povere”, ossia presentano livelli di spesa per consumi superiori alla linea standard di non oltre il 20%.