ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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L’uva succulenta di Mazzarrone

Mazzarrone, posta in una invidiabile posizione geografica nell’area calatina, a nord ovest dei Monti Iblei, rappresenta una delle più importanti realtà vitivinicole della Sicilia. La storia di questo delizioso paese di quasi 4 mila abitanti ha radici antiche, come testimonia l’etimologia del nome sulla quale gli studiosi non concordano. Qualcuno sostiene che sia di origine greca: Maz, spiga, e aron o arun, frumento, è cioè terra ricca di frumento. Da rilevare ,infatti che, nonostante sia indipendente solo dal 1976, il territorio di Mazzarrone ha radici molto profonde, come testimoniano i rinvenimenti archeologici che riportano alle epoche greca e romana. La parte di territorio ceduta dal Comune di Caltagirone, storicamente è rappresentata dall’ex feudo Mazzarrone, mentre la parte ceduta da Licodia Eubea era una porzione dell’ex feudo Sciri. A proposito della produttività di questo territorio forse non tutti sanno che, in questa suggestiva realtà baciata dal sole, dove il clima è mite quasi tutto l’anno, si produce uva da tavola di qualità superlativa: l’uva Italia, talmente pregiata che ha da poco ricevuto il marchio di garanzia IGP, ossia l’identificazione geografica protetta. L’uva Italia è motivo di vanto per la laboriosa popolazione mazzarronese che dai preziosi chicchi bianchi e neri ricava lavoro e produttività, grazie anche all’elevato livello tecnologico raggiunto nella coltivazione della vite che ha portato Mazzarrone ad occupare un ruolo trainante per tutta l’economia dell’agglomerato calatino. Ma, nonostante l’uva di Mazzarrone sia ormai una realtà consolidata sui mercati nazionali e stranieri, la gente ha voluto mantenere inalterate le tradizioni legate alla Sagra, alla quale tutto il paese partecipa con entusiasmo ogni anno, la seconda domenica di settembre. Il clima di festa che pervade tutti per Il Festival internazionale dell’Uva da tavola è tale da rappresentare un evento a cui partecipare. Questa manifestazione, negli ultimi anni ha assunto connotazioni diverse rispetto al passato. Unisce l’aspetto ’ folkloristico, legato alla tradizione, ma nel contempo si è rivelato un valido mezzo per promuovere l’uva e fornire una ulteriore spinta ad un settore economico in forte crescita.

Oltre alle degustazioni l’evento offre anche momenti culturali, artistici e di spettacolo. Durante la manifestazione viene allestita una mostra museo della civiltà contadina, ovvero uno spaccato sulle tradizioni,gli usi e i costumi delle genti di Sicilia. L’area vitivinicola interessata alla IGP Mazzarrone è considerata fra quelle emergenti rispetto alla variegata mappa dell’agricoltura siciliana e, a pieno titolo, Mazzarrone è ormai identificata come la capitale dell’uva da tavola e centro propulsore dell’economia del calatino. Il territorio I.G.P. ricade in un comprensorio situato in parte nel basso calatino ed in parte nella provincia di Ragusa (Acate, Chiaramonte Gulfi e Comiso), ed ha il suo baricentro geografico e socio-economico nel comune di Mazzarrone.

L’uva da tavola di Mazzarrone viene prodotta in diverse coltivazioni e varietà, ma quella che prevale è l’Italia, splendida uva, dall’aroma leggermente moscato e dal colore giallo ambrato, ed è la regina delle uve da tavola non solo per le pregiate qualità organolettiche, ma anche visivamente, per la grande dimensione del grappolo e degli acini. Ma Mazzarrone offre anche bellezze architettoniche di grande valore storico. Queste sono rappresentate da tre bellissime chiese, una per ogni quartiere, che arricchiscono la parte artistica del paese. Tre chiese di culto cattolico, intitolate a San Giuseppe, (1932), al Sacro Cuore (1955) e a Santa Maria del Rosario (1956).

All’interno della chiesa del Sacro Cuore si trovano mosaici ispirati alla vita dei santi, mentre sul campanile della chiesa di San Giuseppe è alloggiata una campana storica: la campana del Senato civico di Caltagirone, “campana di Consiglio e di Governo”, che veniva suonata per convocare il Senato cittadino. Detta campana, fatta rifondere dal Senato civico in seguito al funesto terremoto dell’11 gennaio 1693, che colpì duramente la Sicilia orientale, venne donata in segno di ringraziamento alla Chiesa di San Giuliano di Caltagirone e utilizzata come campana di orologio e successivamente approdò nel territorio di Mazzarrone. Nel suo interno risulta un’iscrizione contenente i nomi dei senatori. Mazzarrone, insomma, è una realtà tutta da scoprire anche per i suoi straordinari percorsi ambientali che la rendono una meta alternativa rispetto agli itinerari tradizionali. I profumi e gli odori non lasciano indifferenti. Ed è qui che parte la riscoperta di un paesaggio tipicamente mediterraneo (vigneti, uliveti, agrumeti, carrubi e piante rare), di una flora e di una fauna che si conserva e viene tutelata in aree specifiche. Il parco sub-urbano di Sciri Sottano è un raro esempio di macchia mediterranea, così come sono da visitare le cave, dove le tracce del passato sono ancora ben visibili attraverso vecchi lavatoi di pietra di un tempo, in mezzo ad una vegetazione di esemplari in estinzione.

Tuttavia, per capire l’identità culturale di un popolo, è d’obbligo la visita del “centro storico”. Nel quartiere “Cucchi” percorrendo alcune vecchie stradine si incontrano quelle che furono le prime costruzioni del luogo: casolari costruiti “a secco”, con sola pietra, senza ausilio di malta, o costruiti con argilla o gesso, che riportano ai primi insediamenti. Alle tradizioni culturali si associano, ovviamente, quelle gastronomiche, un viaggio alla riscoperta degli antichi sapori del luogo : mpanati” (pastiere ripiene di carne,), “cassateddi” (con ripieno di ricotta), “pastirieddi” (cestini di pasta di pane ripieni di carne tritata), preparati soprattutto in occasione della Pasqua, e “scacci” (fagotti ripieni di verdure). E’ uso, inoltre, preparare la “mustata” (a base di mosto) e i “cuddureddi” (gnocchetti con vino cotto), specialità gastronomiche tipiche di una terra che attraverso i suoi odori e i suoi sapori vuole mantenere intatta la propria identità, che è la vera ricchezza di un popolo che sa difendere la sua cultura.