ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Società - Il qui pro quo della recente sentenza della Cassazione

ABUSIVI PER NECESSITÀ

di Caterina Caltagirone

Sono 2.000 gli appartamenti occupati abusivamente a Catania su un totale di circa 9.000 alloggi di proprietà del Comune e dell’Istituto Autonomo Case Popolari.

Recentemente la Corte di Cassazione ha dato ragione ad una signora che aveva occupato un immobile dell’Iacp, impugnando la sentenza della Corte d’Appello di Roma che l’aveva condannata, invece, al pagamento di una multa di 600 euro senza tenere conto del suo stato d’indigenza.

Dopo la decisione si è scatenata una bufera perché alcuni hanno erroneamente creduto ad una legittimazione di comportamenti illegali. In realtà, la sentenza della Cassazione ha sottolineato come si renda necessario verificare le condizioni degli abusivi prima di prendere qualsiasi decisione. Si legge nella stessa che: “…deve ritenersi che rientrano nel concetto di danno grave alla persona non solo la lesione della vita o dell’integrità fisica, ma anche quelle situazioni che attentano alla sfera dei diritti fondamentali della persona… in quanto si riferiscono alla sfera dei beni primari collegati alla personalità fra i quali deve essere ricompresso il diritto all’abitazione in quanto l’esigenza di un alloggio rientra tra i beni primari di una persona…”.

Un concetto finora avulso dalla realtà che non ha mai considerato la casa come un bene primario, senza il quale cioè un essere umano non può e non deve vivere. A questo proposito abbiamo sentito il parere del segretario Sicet di Catania, Carlo D’Alessandro, che ha esordito subito: “Il vero problema non sta nella depenalizzazione dei reati che riguardano le occupazioni abusive di alloggi popolari, ma nel dare strumenti adatti a chi deve fare rispettare la legge. In realtà chi preposto al controllo e allo sgombero difficilmente è nelle condizioni di mettere in pratica ciò che gli compete. La sentenza comunque fa riferimento agli indigenti. In casi limitati infatti, non saranno applicate le sanzioni penali ma sarà elevata una multa di 500 euro”.

- Ma cosa è successo dopo la notizia della sentenza?

“Non appena gli organi di stampa ne hanno diffuso il contenuto sono arrivate decine di telefonate ai nostri centralini - continua D’Alessandro - alcune persone infatti, si sono sentite in diritto di appropriarsi degli appartamenti vuoti. Il Sicet ha scoraggiato ogni iniziativa arbitraria, anche se la campagna di stampa non è stata molto chiara sui termini della questione. La Cassazione, infatti, non ha autorizzato comportamenti illegali ma ha invece legittimato la casa come bene primario a cui ogni essere umano ha diritto. Su questo punto il nostro sindacato si batte da anni e finalmente abbiamo avuto un riconoscimento per il lavoro fatto. Ma deve essere chiaro che chi occupa abusivamente un alloggio, sia esso pubblico sia privato, è soggetto a denuncia ed è perseguibile per legge”.

A tutela dei legittimi assegnatari vi sono infatti, tre articoli del codice penale 54, 633 e 639 bis che non consentono agli abusivi di cavarsela soltanto con una multa.

Per i catanesi, comunque, ricorrere alla forza o seguire iter illegali per avere una casa è diventata una prassi consolidata. Basti pensare che ormai molti appartamenti sono gestiti direttamente dalla malavita organizzata che li affitta o subaffitta senza problemi.

“Si tratta di una questione sotto gli occhi di tutti ma a cui nessuno è ancora riuscito a dare risposta - incalza il segretario del sindacato degli inquilini - c’è molto lassismo da parte delle istituzioni e un clientelismo diffuso che non permette di seguire l’iter burocratico previsto per l’assegnazione. Secondo la legge regionale 1 del 1979, il controllo non spetta più all’Iacp ma al Comune. Questo ha il compito di visionare e regolarizzare la posizione di coloro che occupano gli appartamenti, di chiedere alle forze dell’ordine o ai Vigili urbani di intervenire nel caso in cui si tratti di irregolari. In realtà, tutto rimane sulla carta. E il problema non riguarda soltanto l’ente locale ma tutte le istituzioni compresa la Prefettura che non è mai intervenuta per tentare di risolvere una situazione che rischia di esplodere da un momento all’altro. Si sono già registrati casi in cui il legittimo assegnatario è uscito per fare la spesa e ha trovato la casa occupata. Le forze dell’ordine sono intervenute ma non hanno potuto fare altro che prendere le generalità degli occupanti e dire, a chi aveva perso l’immobile, di rivolgersi ad un buon avvocato. Penso che insieme con il lavoro, la casa, per Catania, rappresenti una priorità su cui confrontarsi. Ma finora nessuno, neanche la magistratura ha inteso capire veramente come stanno le cose. Ho chiesto più di una volta di essere ascoltato su questo argomento ma senza esito”.

- Quindi quali ripercussioni può avere questa sentenza?

“Sostanzialmente nessuna perché quasi tutti gli immobili sono occupati anzi, si sta cercando di individuare quelli assegnati e mai abitati. Eh sì perché qui capita anche che persone che hanno fatto di tutto per avere l’alloggio popolare e poi non lo abitano togliendo ad altri la possibilità di usufruirne”.

- Per quanto riguarda gli abusivi invece?

“Molti hanno chiesto di regolarizzare la propria posizione. Il problema è che la nostra Regione è ferma alla sanatoria del 31 dicembre 2001. Quindi tutti quelli che hanno occupato dopo quella data non possono fare niente per avere la casa in cui abitano. Questo significa che non vi è una precisa volontà per risolvere la situazione. Se non vi saranno proroghe si continuerà a delinquere impuniti. Occorre un punto fermo da cui ripartire e potrebbe essere una legge regionale seria seguita da controlli più attenti”.