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Il sindaco, Alfredo Pulvirenti
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Da quando è sindaco di Aci Sant’Antonio (è
già al secondo mandato consecutivo), Alfredo Pulvirenti ha avuto
come idea fissa il “benessere” dei suoi concittadini.
Forse perché medico, forse perché la sua famiglia gli ha
inculcato sin da ragazzo - come egli stesso confessa - che non bisogna
mai perdere di vista i bisogni dell’altro se ci si vuole sentire
veramente realizzati nella vita. Forse, semplicemente, perché ciò
rientra fra i compiti primari di un sindaco.
La salute e il benessere dei cittadini costituiscono comunque un aspetto
importante dell’attività comunale in questo periodo storico
caratterizzato da trasformazioni demografiche, sociali ed economiche.
E il grado di progresso di una Amministrazione si misura anche dalla sua
capacità di rispondere adeguatamente ai quei cittadini che più
di altri risentono di questi cambiamenti.
Per ottenere ciò è importante che tutti i soggetti coinvolti,
siano essi servizi pubblici, del volontariato, dell’associazionismo
o della cooperazione sociale, agiscano con attenzione, competenza e responsabilità.
In questo quadro si colloca il ruolo del Comune e in particolare dell’assessorato
alla Solidarietà, alle Politiche sociali.
L’articolo 22 della legge 328/2000 così recita: “Il sistema
integrato di interventi e servizi sociali si realizza mediante politiche
e prestazioni coordinate nei diversi settori della vita sociale, integrando
servizi alla persona e al nucleo familiare con eventuali misure economiche,
e la definizione di percorsi attivi volti ad ottimizzare l’efficacia
delle risorse, impedire sovrapposizioni di competenze e settorializzazione
delle risposte”.
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Ragazzi impegnati in attività
teatrali
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Quindi? Occorre fornire sostegno al cittadino nella scelta
il più possibile autonoma del percorso idoneo a superare la situazione
di bisogno. Facilitare l’accesso alla rete dei Servizi socio-assistenziali
esistenti sul territorio, sia comunali che di altri Enti, attraverso l’informazione
o l’aiuto diretto. Istruire le domande di accesso ai servizi assistenziali
comunali. Istruire le domande di contributi economici per il soddisfacimento
dei bisogni primari e di cura della persona.
E come spiega l’assessore al ramo Giuseppe Puglisi, “l’attività
del Servizio sociale si sviluppa sostanzialmente attraverso due fasi:
individuazione del bisogno e individuazione della risposta al bisogno”.
Obiettivi che l’assessore, attivamente collaborato dal capo settore
Rosaria Torrisi, ha centrato in pieno con una serie di iniziative attraverso
le quali è stato individuato con chiarezza il bisogno reale e principale
del cittadino santantonese, e una pluralità di esigenze che per
anni sono rimaste sotterranee. Cercando di dare delle risposte concrete.Vediamone
alcune.
C’è un progetto di accoglienza per bambini di età scolare
che comprende il“doposcuola”, attività sportive, servizio
di accompagnamento e mensa. Quartier generale il Centro diurno minore
a piazza Cantarella, in un edificio di proprietà comunale. Tante
le adesioni.
C’è un progetto di ottimizzazione del Centro diurno anziani:
assieme alle attività ricreative e di contrasto alla solitudine
si sperimenta, grazie al nuovo arredamento della struttura, l’accoglienza
temporanea. Sono quattro i posti letto fruibili.
C’è anche un progetto di recupero pittorico e architettonico
dell’ex Palazzo Cantarella. Recupero affidato agli studenti del Liceo
artistico di Acireale.
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Lilly Orchestra, in una
serata organizzata dal Comune per i giovani
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AL SERVIZIO DEGLI ANZIANI
Se un Comune effettua il servizio di assistenza domiciliare agli anziani
(nel nostro caso tramite la locale cooperativa Acsa) non fa nulla di straordinario.
Rientra nei compiti ordinari di un’Amministrazione. Ma se stabilisce
un coordinamento e un raccordo fra strutture ospedaliere, servizi sociali,
personale specializzato e anziani bisognosi di assistenza domiciliare,
comincia ad allungare il passo verso obiettivi ambiziosi.
Come è ambiziosa l’idea lanciata dal sindaco Pulvirenti di
istituire un servizio a favore delle famiglie che assistono un anziano
a domicilio e che
spesso sono lasciate troppo sole con i problemi di una continua emergenza
quotidiana pesante e silenziosa. E qui vengono chiamati in causa i numerosi
volontari santantonesi che dovranno fare da staffetta, dovranno cioè
dare periodicamente il “cambio” ai parenti. Sono duecentocinquanta
gli anziani che usufruiscono dell’assistenza domiciliare. Dieci sono
invece coloro che ricevono una retta per il ricovero in strutture residenziali
convenzionate.
Ma i “Servizi” aiutano l’anziano anche ad impiegare il
tempo libero e a intraprendere relazioni sociali con serate di intrattenimento
musicale, sfruttando tutte le feste e le ricorrenze come il carnevale,
la festa della donna, l’estate, il Natale… E ancora, con il
teatro, i soggiorni climatici e tanto altro.
L’ARABA FENICE PER I DISABILI
Si chiama “Araba Fenice” il progetto di inserimento lavorativo
promosso dal Servizio di neuropsichiatria infantile del distretto sanitario
di Acireale con sei borse lavoro finanziate dal Comune.
Un progetto che va ad integrarsi con i vari servizi offerti ai diversamente
abili come il trasporto, l’assistenza igienico personale nelle scuole
dell’obbligo, la riabilitazione presso i centri specializzati.
Ma esistono altri progetti interessanti come quello denominato “Usci
aperti” - per citarne uno - in favore di dieci portatori di handicap
grave e delle loro famiglie, su finanziamento regionale. Particolarmente
attesa la “Giornata del malato” che ogni anno il Comune organizza
in collaborazione con la Parrocchia, l’Unitalsi, la Cri e le Cooperative
New World e Acsa.
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Inaugurazione attività
ludico-ricreative dei Servizi Sociali. Si riconoscono a sinistra
l'assessore Puglisi e a destra il sindaco Alfredo Pulvirenti
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DISAGIO SOCIALE. Cosa fare?
Bisogna innanzitutto parlare di un progetto importante. Si chiama “Aci”.
Attivato grazie al finanziamento dell’Assessorato alla Sanità,
Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga, richiesto dai comuni
acesi e realizzato in sinergia con il Sert del distretto sanitario di
Acireale e con entipartner del privato sociale. Mette a disposizione tre
borse lavoro con un tutor assistente sociale.
E poi del progetto per eccellenza, il “Time Out”, realizzato
dall’Assessorato ai Servizi sociali e alle politiche giovanili in
collaborazione con l’Associazione “Il Gabbiano Onlus”.
È proprio da una condivisione di obiettivi che è nato tale
progetto il quale ha impegnato oltre 300 ragazzi (dai 6 ai 17 anni) in
attività artistiche, musicali e ludico-ricreative.
Quest’anno i ragazzi che hanno aderito sono stati più numerosi
del previsto. E grazie all’impegno della Amministrazione comunale
e, in particolare del sindaco, Alfredo Pulvirenti e dell’assessore
ai Servizi sociali e alle Politiche giovanili, Franco Puglisi, è
stato possibile accoglierli tutti.
“È davvero lodevole la decisione del Comune - evidenziano
molti genitori - di non lasciare fuori alcuna richiesta nonostante le
difficoltà economiche: un esempio da seguire in tema di politiche
sociali”.
La stretta collaborazione tra il Settore Solidarietà sociale comunale,
con a capo Rosaria Torrisi e l’Associazione “Il Gabbiano”,
guidata da Maria Santa Burgio ha poi reso possibile la messa in atto del
progetto, coordinato dall’infaticabile Nino Di Bella, finalizzato
a porre in primo piano i ragazzi, promuovendone capacità e potenzialità
in un contesto formativo fatto di proposte socio-culturali-ricreative.
Oltre 30 gli educatori e gli animatori coinvolti, uniti da ottime capacità
professionali e da una forte sensibilità verso i giovani.
Dopo gli spettacolari giochi popolari che si svolgono in piazza Maggiore
e la mostra artistica e artigianale che viene allestita nel centro cittadino,
c’è sempre enorme partecipazione di pubblico alla manifestazione
“Giovani alla ribalta”, un’occasione significativa per
mettere in luce le potenzialità artistiche di diversi ragazzi santantonesi,
i quali si esibiscono come cantanti, musicisti e ballerini.
Il progetto è caratterizzato anche da attività di sostegno
scolastico con l’obiettivo di ridurre il tasso di dispersione scolastica.
Infine c’è un progetto denominato “assistenza lavoro”
che è rivolto a 64 unità in stato di disagio socio-economico.
“L’obiettivo - spiega Puglisi - è quello di restituire
alle persone disagiate la capacità di condurre una vita dignitosa,
promuovendo la cultura del lavoro e sviluppando abilità individuali”.
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Le scelte musicali
del Casalotto
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Nell'estate appena trascorsa le “scelte musicali” di Alfredo
Pulvirenti e Salvatore Sorbello rispettivamente sindaco e assessore
allo Spettacolo del paese dei Casalotto, sono ricadute ancora una
volta sui valori etnici. E quest’anno vi è stata pure
la collaborazione del Ministero della Cultura del Senegal oltre che
della Provincia regionale di Catania. Stiamo parlando della seconda
edizione di “Musica etnica nel mondo” la cui organizzazione
è stata affidata a Lorenzo Cosentino, leader dell'Associazione
musicale “Eirene”.
Sul palco si sono esibiti i senegalesi “Lilly” e i siciliani
“Lautari” (in basso), i “Nianni” (al centro),
un gruppo musicale proveniente dai Paesi del sub Sahara e i pugliesi
“Radicanto” (a lato). Il gruppo “Lilly”, proveniente
da Dakar, esprime un genere musicale tradizional-moderno, i cori e
gli arrangiamenti nascono da un’ensemble di strumenti tradizionali
africani ed elettronici. Il risultato ha un sapore antico e moderno
al tempo stesso: è il suono di una nuova Africa onnipresente
ormai sulla scena musicale del mondo occidentale e dell’Estremo
Oriente infatti il loro tour si sposta tra Tokio e Canada. “Nianni”
è invece uno di quei gruppi musicali dell’area sub - sahariana
dal tipico stile musicale Mbalax di cui Youssou N’Dour è
il leader internazionale. Sono in giro per il mondo dall’Australia
al Canada, lasciando ogni volta quel senso ritmico che li contraddistingue.
Il repertorio musicale nasce dalla tradizione dei popoli Barbara (Mali),
Diola (sud del Senegal), Tuculem e Peulh (nomadi del fiume Senegal),
Soce (Guinea - Gambia).
Una parte dei canti sono in Wolof, la lingua più parlata
in Senegal, sembrano salmodie arabe e alcuni brani sono omaggi a
maestri Sufi senegalesi. Il progetto culturale “Radicanto”,
costituito in associazione, nasce per volontà di Giuseppe
De Trizio nel giugno 1996 con l'intento di recuperare e riproporre
in chiave originale le musiche tradizionali (taranta, pizzica, ecc.)
del sud Italia (Puglia) e del sud del mondo, conducendole attraverso
composizioni d'autore e miscellanee sonore capaci di unire passato
e presente in un unico e cangiante insieme musicale. È vasta
la produzione di album, tra i quali annoveriamo l’ultimo, “Lettere
Migranti”. Infine i “Lautari”, il gruppo che da noi
non ha bisogno di particolare presentazione basta dire che è
il gruppo musicale della tradizione siciliana più importante,
conosciuto nella nostra Nazione e all’Estero.

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